VENETO: LA PIETÀ DI VENEZIA INCORPORA IPAB CASA PATERNA DI SAN DONÀ DI PIAVE

Da oggi “la Pietà” di Venezia, l’Istituto provinciale per l’infanzia con quasi sette secoli di storia, incorpora anche l’Opera pia Casa Paterna di San Donà di Piave: un matrimonio, ufficializzato con decreto dalla Giunta regionale del Veneto, che pone fine al commissariamento dell’istituzione sandonatese, fondata nel 1883, e dà avvio ad una grande Ipab veneziana. Ora la ‘nuova’ Pietà dispone di un patrimonio immobiliare di oltre 21 milioni di euro e conta tre comunità educative (delle quali una per mamme con bambini) con specifici servizi di ascolto e accoglienza protetta per minori in difficoltà, allontanati dalla famiglia.

“Con questa fusione – ha sottolineato l’assessore al sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, nel presentare l’operazione alla stampa con il vicepresidente della giunta Gianluca Forcolin, i vertici delle due Ipab e gli assessori al sociale di Venezia e San Donà di Piave – diamo avvio ad un processo virtuoso di razionalizzazione e sinergia tra due storiche istituzioni di assistenza e beneficenza. Un percorso che anticipa il disegno di riforma delle Ipab, obiettivo di questa legislatura, e che dà dimostrazione concreta di una regìa regionale, volta a mettere in rete i servizi, a contenere i costi e a sviluppare nuove modalità di accoglienza e accompagnamento per i minori soli o allontanati dalla famiglia. Il Veneto ha un grande patrimonio di istituzioni di assistenza e beneficenza che vogliamo salvaguardare, aggiornare e rilanciare in un’ottica di integrazione e di solidarietà. Questo primo passo, nel campo dell’accoglienza e assistenza ai minori, prelude a operazioni future, anche in altri settori dell’assistenza”.

“Oggi è un giorno importante per San Donà e per l’istituto della Casa Paterna che, finalmente, dopo anni di difficoltà economiche e di sbilanci, e superando resistenze e timori dell’amministrazione e della comunità sandonatese, si fonde con l’Istituto della Pietà di Venezia – ha evidenziato il vicepresidente della Giunta regionale, Gianluca Forcolin – La fusione porterà maggior forza ed efficienza all’attività della Casa Paterna, consentendole di conservare il radicamento nel territorio. Ringrazio in particolare i due giovani commercialisti che dal 2014 si sono alternati, a titolo gratuito, alla guida commissariale di Casa Paterna, consentendo il risanamento dei bilanci e creando le premesse per la fusione”.

A rimarcare gli effetti positivi e le potenzialità future della fusione sono stati anche il direttore generale dell’Ulss 4 del Veneto Orientale Carlo Bramezza (“l’incorporazione consente di contenere i costi e di ampliare i servizi”) e gli assessori alle politiche sociali del Comune di Venezia, Simone Venturini (“Dalla Pietà arriva un esempio di buona gestione che si mette a disposizione anche di altri territori”), e di San Donà di Piave, Maria Grazia Murer (“Da una situazione di criticità è nata una opportunità per integrare professionalità e sviluppare nuove esperienze e nuovi servizi”).

L’Istituto provinciale La Pietà di Venezia conta attualmente due comunità educative: il Melograno (per 8 minori ) e Casa Primavera (per 5 mamme con figli), alle quali ora si aggiunge la comunità educativa di San Donà di Piave (8 minori) e relativo servizio di prima accoglienza (4 posti). Negli anni il complesso di Riva degli Schiavoni ha sviluppato a Venezia ulteriori servizi per le famiglia in difficoltà e i minori: l’atelier pedagogico ‘Giardino della Pietà’, il centro per la Prima Infanzia rivolto alle famiglie del territorio, il servizio ‘Spazio neutro’ per favorire l’incontro dei genitori separati con i loro figli, ‘Culla segreta’ per le mamme in difficoltà, ‘Ascolto protetto’ per tutelare i minori nelle procedure giudiziarie, oltre e percorsi formativi per i genitori e attività didattiche e culturali rivolte alle scuole e al territorio.

“La Pietà a Venezia è una istituzione solida – ha sintetizzato la presidente dell’Ipab, Maria Laura Faccini – che opera da 670 anni per l’infanzia con competenza, professionalità e costi contenuti, grazie al sostegno delle istituzioni pubbliche, alla generosità di tanti privati e all’aiuto continuo del volontariato. Con la fusione potremo allargare l’offerta dei nostri servizi al territorio della Città metropolitana e offrire risposte migliori e più capillari alla domanda crescente di presa in carico di bambini e ragazzi che, per le ragioni più varie e drammatiche, non hanno figure genitoriali di riferimento”.