BENI CONFISCATI: PRESTO LE ASP POTRANNO ACQUISIRLI DIRETTAMENTE


Approvato dalla Camera dei Deputati l’ordine del giorno del Presidente della commissione parlamentare sulle periferie On. Alessandro Battilocchio.

Un nuovo passo in avanti nella gestione virtuosa dei beni confiscati alla criminalità. È quello che si è impegnato a fare in tempi brevi il Governo grazie all’ordine del giorno presentato dal Presidente della commissione parlamentare sulle periferie On. Alessandro Battilocchio ed approvato dalla Camera dei Deputati a latere dell’esame del Decreto Legge recante “misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale”. (c.d. Decreto Caivano).

Un risultato concreto che parte dalla riunione che la commissione parlamentare presieduta dall’On. Battilocchio aveva svolto lo scorso 18 settembre alla “Palestra della Legalità” di Ostia, realizzata dall’azienda pubblica di servizi alla persona “Asilo Savoia” in un immobile sottoposto dapprima a sequestro e poi confiscato alla criminalità grazie al programma “Talento & Tenacia – Crescere nella Legalità”.

In quella occasione era emerso come il D.Lgs. 159/2011 (c.d. “Codice Antimafia”) non consentisse, contrariamente a quanto previsto invece per tutti gli altri enti pubblici e per il terzo settore, di assegnare direttamente alle ASP i beni confiscati, con ciò limitando lo sviluppo di progettualità virtuose quale quella posta in essere dall’Asilo Savoia fin dal 2017 con propri fondi di bilancio.“Desidero esprimere un ringraziamento particolare nei confronti dell’On. Alessandro Battilocchio e dell’intera Camera dei Deputati per aver avviato a soluzione una questione che, apparentemente di natura burocratica, può avere un notevole impatto positivo rispetto ai processi di valorizzazione e recupero a fini sociali dei beni confiscati”. Così il Presidente dell’azienda pubblica di servizi alla persona Massimiliano Monnanni, che ha poi aggiunto: “Per l’Asilo Savoia è un onore poter leggere in un testo ufficiale del nostro Parlamento il riconoscimento unanime al “modello virtuoso di gestione” dell’Asilo Savoia “che ha condotto a risultati oggettivi, sia con riferimento alla preservazione dei beni da situazioni e rischi di depauperamento, che rispetto al loro reinserimento in circuiti virtuosi di economia solidale attraverso progettualità volte all’inserimento lavorativo di giovani in situazioni di disagio e potenziale devianza, quali il programma «Talento & Tenacia-Crescere nella legalità»”.

“Ora – conclude Monnanni – auspichiamo che per iniziativa del competente Ministro dell’Interno, che di recente ha visitato la “Palestra della Legalità” in occasione della consegna ufficiale dei locali a Roma Capitale esprimendo pieno apprezzamento per l’operato dell’ASP “Asilo Savoia”, si possa presto pervenire, così come indicato dalla Camera dei Deputati, alla formalizzazione dell’intervento di modifica normativa, in modo che le tantissime ASP presenti nei diversi territori possano imprimere, di concerto con il sistema delle autonomie locali, una ulteriore spinta ai processi di rigenerazione a fini sociali dei tanti beni confiscati tuttora inutilizzati”.

Di seguito il testo approvato dalla Camera dei Deputati:

“La Camera, premesso che: il decreto reca misure volte ad arginare i fenomeni di disagio sociale e, in particolare, giovanile, agendo sul duplice binario della prevenzione e, successivamente, della repressione; parte integrante della tradizione culturale italiana in campo sociale, le ex Ipab – oggi Aziende Pubbliche di Servizi alla persona, disciplinate dal decreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207 – sono le istituzioni pubbliche che hanno tradizionalmente perseguito l’opera di assistenza a poveri, anziani, minori e persone malate e sono inserite nella programmazione regionale del sistema integrato di interventi e servizi sociali; l’articolo 48 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 (così detto Codice delle leggi antimafia), in materia di destinazione dei beni confiscati, prevede alla lettera c) che questi ultimi possano essere «trasferiti per finalità istituzionali o sociali ovvero economiche, con vincolo di reimpiego dei proventi per finalità sociali, in via prioritaria, al patrimonio indisponibile del comune ove l’immobile è sito, ovvero al patrimonio indisponibile della provincia, della città metropolitana o della regione»;nel corso degli ultimi anni, a fronte di persistenti difficoltà manifestatesi nella gestione, recupero e rigenerazione a fini sociali degli immobili sottoposti a confisca definitiva, attesi anche i vincoli imposti dal patto di stabilità nei confronti degli enti locali, si è affermato da parte di alcune aziende pubbliche di servizi alla persona, quali l’Asilo Savoia di Roma, un modello virtuoso di gestione che ha condotto a risultati oggettivi, sia con riferimento alla preservazione dei beni da situazioni e rischi di depauperamento, che rispetto al loro reinserimento in circuiti virtuosi di economia solidale attraverso progettualità volte all’inserimento lavorativo di giovani in situazioni di disagio e potenziale devianza, quali il programma «Talento & Tenacia-Crescere nella legalità»;tale sperimentazione, caratterizzata dal sistematico coinvolgimento di tutti gli stakeholder pubblici locali, ha però evidenziato limiti applicativi insiti proprio nell’attuale ordinamento giuridico, atteso che allo stato attuale, contrariamente a quanto previsto per gli organismi del terzo settore a favore dei quali, in virtù del disposto di cui alla lettera c)-bis dell’articolo 48 del decreto legislativo n. 159 del 2011 è stata introdotta la possibilità di disporre l’assegnazione a titolo gratuito dei beni confiscati, le aziende pubbliche di servizi alla persona non possono essere destinatarie dirette dell’assegnazione di tali beni, ma esclusivamente concessionarie di detti beni dalle amministrazioni locali; l’attuale impossibilità che le aziende pubbliche di servizi alla persona – la cui governance è peraltro in capo al sistema delle autonomie locali e prevede usualmente la partecipazione agli organi di amministrazione delle ASP a rappresentanti designati dalle regioni, dalle province o Città Metropolitane e dai comuni – risultino destinatarie dirette dell’assegnazione dei beni confiscati, come invece reso possibile a tutte le altre tipologie di amministrazioni pubbliche e finance agli enti del terzo settore, limita fortemente, fino a renderlo sostanzialmente pregiudizievole, l’intervento delle ASP nelle attività di recupero e valorizzazione a scopi sociali dei beni stessi, in quanto, l’investimento di risorse finanziarie provenienti dalle rendite dal patrimonio immobiliare di proprietà delle ASP – che rappresenta il principale provento attraverso il quale le ASP realizzano i propri interventi sociali – non può essere indirizzato se non in immobili appartenenti al patrimonio disponibile o indisponibile delle ASP stesse e non in immobili di proprietà di soggetti terzi, sebbene pubblici, impegna il Governo quale ulteriore misura volta a fronteggiare i fenomeni di disagio sociale e rafforzare il ruolo che le aziende pubbliche di servizi alla persone svolgono nel contesto sociale, a valutare l’opportunità di inserire, nel primo provvedimento utile, le Aziende Pubbliche di Servizi alla persona di cui al Capo II del decreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207, fra i soggetti destinatari dei beni confiscati alle mafie ai sensi dell’Articolo 48 del decreto legislativo n. 159 del 2011”