TUTTI DENTRO LA BLACK BOX: LEZIONI AL BUIO PER GLI ALUNNI DELLE SCUOLE ROMANE

Iniziativa dell’Istituto per ciechi Sant’Alessio: da novembre i bambini di elementari e medie saranno guidati da persone non vedenti per imparare che “la vista può essere tiranna” e come “recuperare gli altri 4 sensi”. Progetto finanziato dall’Asilo Savoia

ROMA – “Il buio che insegna”, a piccoli e grandi, che “la vista è tiranna e rischiamo che gli altri sensi si atrofizzino”. Così Amedeo Piva, presidente del Centro Regionale S. Alessio – Margherita di Savoia per i Ciechi, illustra il senso e lo scopo del progetto che presto coinvolgerà un gran numero di scuole elementari e medie di Roma e provincia.
Un’esperienza al buio, appunto, che i bambini e i ragazzi vivranno all’interno della “black box” allestita all’interno della sede del centro: “un’esperienza sopratutto di gioco – precisa Piva, raccontandoci il progetto – perché il buio non deve spaventarli, deve diventare gradualmente familiare”. Il progetto, finanziato dall’Opera Pia Asilo Savoia di Roma, prenderà il via i primi di novembre, a partire dalle scuole in cui ci siano, seduti ai banchi, bambini ciechi. “Poi pensiamo di estenderlo anche alle scuole superiori – continua Piva – e soprattutto vorremmo coinvolgere, oltre agli studenti, anche il personale docente e amministrativo, che pure è importante che comprenda la realtà della cecità e approfitti di questo progetto per sviluppare un’attenzione che non faccia atrofizzare gli altri quattro sensi”.
Un rischio, questo, sempre più diffuso nella nostra società, dove “ormai apprezziamo la musica solo se c’è una bella scenografia, pubblicizziamo un profumo con una bella donna, comunichiamo senza quasi più parlare, ma ricorrendo per lo più a messaggi scritti e gustiamo le pietanze se sono ben presentate”: contro questa “tirannia della vista”, proprio “le persone cieche possono aiutarci a recuperare e valorizzare gli altri sensi”, spiega Piva. Ed è questa la ragione dell’iniziativa, che è stata sperimentata, con una diversa platea, nel giugno scorso: “Per una settimana – racconta Piva – abbiamo proposto quest’attività a tre categorie di soggetti: i manager, i dipendenti del Sant’Alessio e i familiari delle persone cieche”. Ai manager è stato offerto “un percorso brevettato in Germania e già utilizzato da Bill Gates con i suoi quadri e dirigenti – spiega Piva -: un percorso che apre uno sguardo al buio, per far acquisire ed esercitare nuove attenzioni nel momento in cui si prendono decisioni”.
Le reazioni “più emozionanti sono state però quelle dei familiari e sopratutto delle mamme: ci hanno riferito che, grazie a questa esperienza, per la prima volta erano riuscite a comprendere la situazione dei propri figli. In tante ci hanno chiesto di ripetere l’iniziativa, per portare amici e familiari. E sicuramente lo faremo – conclude Piva – Ora che abbiamo messo in moto la struttura, le attività da svolgere al buio si moltiplicheranno e si diversificheranno”.
A sostenere l’iniziativa destinata alle scuole, ci ha pensato l’Opera Pia Asilo Savoia di Roma, “fondata quasi 125 anni fa dal governo Crispi per dare asilo all’infanzia abbandonata – ricorda il presidente, Massimiliano Monnanni – L’Asilo non gestisce strutture, ma solo un patrimonio immobiliare ed economico e finora aveva svolto solo attività indiretta (elargizioni, ndr). Ora invece si è dato una programmazione per i prossimi cinque anni, basata sulla sua missione originaria di sostenere e collaborare con istituzioni pubbliche che perseguono i suoi fini. Due delle prossime iniziative – aggiunge Monnanni – saranno annunciate il 15 ottobre a Roma: in parte riguardano nuovi servizi per l’infanzia, in collaborazione con l’Istituto Innocenti di Firenze; in parte un servizio per anziani, altro tema che negli anni è diventato costitutivo dell’Opera Pia. Oggi sosteniamo tra l’altro una casa famiglia per adolescenti stranieri e annunceremo prima di Natale iniziative di contrasto della povertà in famiglie con minori”.

Da: Redattore sociale